Wiggins resta il favorito per il "Rookie of the year", ma occhio a Noel

Il punto sulla corsa al premio di "Rookie of the year". Higgins resta il favorito, ma attenzione a Nerlens Noel!
12.03.2015 15:30 di  Luca Servadei  Twitter:    vedi letture
Nerlens Noel
Nerlens Noel
© foto di web

Se fino a poco più di un mese fa, la corsa al premio di “Rookie of the year” sembrava assolutamente segnata in favore della stellina dei Minnesota Timberwolves, Andrew Wiggins, ad oggi la scelta potrebbe non risultare più così scontata.

Dalla pausa per l’All Star Game, infatti, l’ex Kansas Jayhawks ha subito una leggera flessione nel proprio rendimento sul parquet, flessione che è coincisa con l’esponenziale crescita dei numeri di un altro giovanissimo prospetto: Nerlens Noel. Ciò che accomuna entrambi i candidati è la possibilità di giocare all’interno di un contesto di squadra davvero poco competitivo, che garantisce minuti, possessi e che permette e perdona anche qualche frivolezza di troppo dovuta alla spensieratezza dei loro 20 anni. I Sixers hanno già raggiunto la quota 50 sconfitte stagionali, per i T-Wolves, salvo miracoli, è solo questione di tempo…

Nelle 11 partite disputate dal weekend del Madison Square Garden ad oggi, il centro dei Philadelphia 76ers, nonostante un record tutt’altro che esaltante di 2 vittorie ed 8 sconfitte, ha collezionato numeri piuttosto interessanti. L’ex Wildcats ha catturato più di 10 rimbalzi in 6 delle sue ultime apparizioni chiudendo ad 11.8 punti di media e 10 rimbalzi a singola allacciata di scarpe. Ciò che maggiormente colpisce è però l’innata capacità di bloccare le conclusioni avversarie, frutto di un tempismo ed una verticalità notevoli che lo posizionano al sesto posto nell’intera lega con 1.90 stoppate a partita. A rendere ancora più completo il pacchetto difensivo è la propensione a giocare sulle linee di passaggio che fa di Noel il nono ruba palloni della NBA. L’unico dato in calo è quello relativo alla percentuale dal campo, scesa dall’ottimo 46,8% di gennaio al 43% scarso dell’ultimo periodo. Anche questo dato può però essere letto in maniera positiva soprattutto se lo si valuta alla luce di una maggiore aggressività nella ricerca della conclusione dalla media distanza, conclusione che potrebbe conferirgli una nuova e più interessante dimensione a livello NBA.

Nonostante gli oltre 38 minuti sul parquet (ampiamente il rookie con il minutaggio più elevato, il secondo è proprio Noel con poco più di 30) e la consegna delle “chiavi” della squadra da parte di coach Flip Saunders, sono in forte calo, invece, i numeri ma ancor più l’impatto emotivo e tecnico del canadese di Minneapolis. Dopo un gennaio spaziale, chiuso a quasi 20 punti di media con oltre il 47% dal campo che aveva fatto storcere più di qualche naso dalle parti di Cleveland, Ohio, la stella di Wiggins ha iniziato a brillare con un pizzico di lucentezza in meno. Forse, l’arrivo di un veterano come Kevin Garnett, la cui figura assume dimensioni ancora più ingombranti fuori dal campo, che dentro al parquet, ha destabilizzato il canadese, da sempre un po’ troppo “debole” dal punto di vista della personalità. Nelle ultime 5 gare, Wiggins ha messo insieme 15.4 punti di media con una percentuale di poco superiore al 43%, numeri che si avvicinano a quelli precedenti all’esplosione avvenuta con l’inizio del nuovo anno.

Sia ben chiaro, l’ala dei T-Wolves resta il grande favorito per la conquista del prestigioso riconoscimento, ma con questo Noel forse è il caso di non adagiarsi troppo sugli allori. Come avrebbe detto, infatti, il ragionier Guardalavecchia, al secolo Antonio De Curtis, nell'omonimo film: "Chi si ferma è perduto".