Nikola Mirotic, l'ago della bilancia per i playoffs dei Chicago Bulls

Non capita tutti gli anni che un rookie possa ricoprire un ruolo determinante per il cammino della propria squadra nei playoffs NBA. I casi in cui un giocatore al primo anno sia il vero ago della bilancia tra la possibilità di proseguire il proprio cammino nella post season e quella di una prematura eliminazione si contano sulle dita di una mano. Eppure, per Nikola Mirotic le responsabilità in quel di Chicago, poggiano tutte (o quasi) sulle possenti spalle del giovane montenegrino.
Ad inizio stagione i Chicago Bulls erano considerati come una delle due/tre squadre destinate a raggiungere le Finali di Conference nello scialbo Est. I dubbi principali erano legati alla salute di Derrick Rose ed a come l'MVP del 2011 avrebbe risposto sul parquet ad una serie terrificante di infortuni. Come si suol dire "la Fortuna è cieca ma la Sfiga ci vede benissimo", ed il numero 1 dei Tori ha dovuto, ancora una volta, salutare prematuramente la stagione, tradito da quelle ginocchia che rischiano di sottrarre alla storia del gioco uno dei suoi più nobili protagonisti.
Quello di Rose non è stato l'unico incidente di percorso nel claudicante cammino dei Bulls. L'accanimento della cattiva sorte ha riguardato infatti la stragrande maggioranza degli elementi a rooster: Jimmy Butler, Joakim Noah, Doug McDermott, Kirk Hinrich e Taj Gibson, tutti costretti a saltare un numero considerevole di partite. Come spesso accade (per fortuna) non tutti i mali vengono però per nuocere, perché da questa serie tragi-comica di calamità è riuscito a salvarsi quasi esclusivsamente il rookie montenegrino.
Dalla pausa per l'All Star Game, lex stellina del Real Madrid sta viaggiando a cifre da primo violino. Nel corso delle ultime 15 partite, Mirotic ha praticamente raddoppiato il proprio minutaggio e le proprie cifre, viaggiando a 16.6 punti media ed oltre 7 rimbalzi a partite. Numeri sicuramente sorprendenti che si fanno ancora più stupefacenti se prendiamo in considerazione il solo campione del mese di marzo, quando in 32 minuti sul parquet, Nikola ha toccato i 20.8 punti e gli 8.2 rimbalzi a singola allacciata di scarpe.
Ciò che maggiormente colpisce e che più delle fredde statistiche può incidere nel momento in cui le partite inizieranno a contare per davvero è l'innata capacità di essere incisivo e decisivo nei momenti clou delle partite. Nelle sue 10 gare del mese di marzo, Mitoritc ha segnato 90 punti negli ultimi quarti, quasi un punto al minuto, con un 32-37 ai liberi, indice di una notevole freddezza e forza di nervi. Il grosso punto interrogativo riguarda invece la capacità di essere un fattore anche in difesa dove, soprattuto nei playoffs, è richiesto di mettere ogni sera sul parquet ben altra intensità.
Tom Thibodeau, che in prima persona ha scontato sulla propria pelle le conseguenze dell'inesperienza nei PO del 2012, potrà contare (salvo ulteriore accanimento della sorte) sul pieno recupero di Noah, Gibson e Gasol, con un inevitabile ridimensionamento dell'impiego del giovane rookie. Quello che manca al nativo di Podgorica è solo, insomma, un pizzico di esperienza, ma parafrasando il saggio Mark Twain: "A volte afferrare un gatto (o un Toro in questo caso) per la coda è l'unica via per imparare qualcosa che non si può apprendere in nessun altro modo".