Delirio popolare in Slovenia e Serbia...ma noi?
Quando gli altri trionfano sul campo con merito e talento, partono sempre i processi sul come fare e come emulare quel sistema. Nello stivale ci si avventura in curiosi decaloghi, esternazioni di qualsiasi tipo e soluzioni raffazzonate per il risultato nel breve, senza pensare che programmazione e coltivazione dei talenti siano i veri modi per rinascere.
Ovviamente è facile esaltarsi quando si vince, così come è facile puntare il dito quando si perde, ma una federazione deve lavorare con logica e lungimiranza. Solo in quel modo potrà arrivare a dei risultati sul campo che sono frutto di decisioni prese fuori.
L’esempio della Serbia è lampante. Hanno giocato un europeo senza Jokic, Bjelica, Teodosic e Simonovic giusto per fare qualche nome illustre, eppure con una serie di giocatori di talento e formati, hanno prodotto un risultato decisamente notevole viste le premesse. Alcuni giocatori militano in patria, altri all’estero e qualcuno nell’NBA di oggi e di domani, perché il problema non è dove si gioca, ma bensì come e i serbi hanno la possibilità di essere in campo, di sbagliare, migliorare e confrontarsi con i migliori dopo una formazione cestistica che plasma tutti i giocatori di fascia medio alta.
La festa che c’è stata a Belgrado per il ritorno della squadra dopo l’argento conquistato è stata toccante, con una folla infinita che pur considerando un secondo posto quasi un fallimento, visto che la nazionale serba è vicecampione olimpica, mondiale ed europea, è stata vicina ai propri colori e ha incitato festeggiando il risultato: “E’ un onore essere rappresentante di questa nazione- ha detto Macvan- Abbiamo sentito la vostra forza e il vostro entusiasmo”.
Ovviamente tutto questo entusiasmo è decuplicato per i festeggiamenti di Lubjana dove è approdata la squadra slovena campione d’Europa. E’ la prima volta che questa nazione vince una medaglia e ovviamente anche che porta a casa il trofeo. Goran Dragic ha postato su Twitter un video della completa follia popolare di un popolo al seguito della propria squadra.
Sono stati addirittura venti mila i presenti in piazza per festeggiare il trofeo e a spiegazione di questo non c’è una squadra di giocatori che militano nel loro campionato, anzi ce ne sono alcuni come Prepelic che è stato l’MVP mascherato della finale che giocava in Francia, ovvero non al top livello europeo. Nonostante questo una squadra è stata in grado di trovare giocatori importanti anche al di fuori di Doncic e Dragic che sono stati fenomenali, ma non presenti nei momenti finali del match, quando tutto si è deciso. Questo dà ancora più valore alla qualità del supporting cast come Blazic, Vidmar, lo stesso Prepelic e Nikolic solo per fare qualche nome.
In definitiva chi programma e sviluppa giocatori festeggia con 20.000 in piazza, gli altri fanno pensieri contorti.