Svolta storica in NCAA: i giocatori potranno essere pagati
Il Board della NCAA ha deliberato all'unanimità di ammettere la possibilità che gli studenti-atleti possano essere retribuiti. La norma, che entrerà in vigore quando le tre divisioni legifereranno sulle singole fattispecie, prevede la possibilità da parte dei giocatori di ricavare denaro dal loro "nome, immagine, e gradimento". Sempre messa al bando la possibilità di retribuzione dalle università in quanto non "dipendenti", questa decisione è storica, e segna una prima volta nel mondo universitario americano.
In parole povere, i grandi prospetti potranno firmare accordi di sponsorizzazione senza essere puniti. E' il più grande passo avanti fatto registrare dalla NCAA nel processo di riconoscimento dei diritti degli studenti atleti, iniziato già negli scorsi anni con la possibilità per i giocatori di assumere agenti prima del draft, e di poter tornare eventualmente al college anche dopo averlo fatto.
La legislazione del processo, per bilanciare le tassazioni e le eventuali borse di studio, sarà una sfida, dichiara il presidente della NCAA Mark Emmert. La decisione della NCAA segue quella dello stato della California, che aveva approvato a fine settembre una legge che prevedeva la possibilità di ricevere compensi economici da parte degli studenti atleti. Negli ultimi anni, il predominio della NCAA è sempre venuto meno, per via del livello sempre più alto dei giovani europei, già abituati al professionismo e pagati in quanto tali, ma anche dei campionati di altri lidi, come ad esempio quello Australiano, che attualmente conta tra le sue fila due dei migliori prospetti del prossimo draft, Lamelo Ball e RJ Hampton, che hanno rifiutato la possibilità di giocare in NCAA. Casi simili sono sempre più frequenti, ma con questa storica decisione, le cose dovrebbero cambiare.