Final Eight 2019: il sogno di Brindisi continua, Sassari e Poz si fermano
La finale di Coppa Italia 2019 è Brindisi-Cremona, due squadre mai arrivate a questo punto della competizione e, quindi, ci sarà una vincitrice inedita. L’Happy Casa si conquista il ticket per la sfida decisiva, superando il Banco di Sardegna Sassari (87-86), comandando da metà del secondo quarto sino alla sirena finale. La squadra di Vitucci è trascinata da quattro uomini in doppia cifra (Brown 20) e supportata da buone statistiche dall’arco (10/23), meritando il successo. I sardi provano a ripetere la rimonta con Venezia, ma hanno solo con il tiro della disperazione finale l’occasione di completare il secondo comeback, nonostante il dominio a rimbalzo, con ben 23 palloni catturati in attacco.
Il primo quarto è un festival offensivo, con percentuali irreali da ambo le parti, soprattutto nel tiro da tre punti (4/6 per entrambe), anche se nessuna squadra riesce a prevalere sull’altra, con continui botta e risposta, soprattutto con Pierre e Polonara da una parte e la coppia Brown-Moraschini dall’altra. La formazione pugliese si prende il comando della gara nel secondo periodo: un primo piccolo allungo viene respinto da Cooley e Pierre, poi la fuga è più decisa, quando Chappell segna sette punti in fila e firma la doppia cifra di vantaggio (41-51 al 18’), per dare una prima svolta al match.
L’Happy Casa parte forte anche nella ripresa, sfruttando un paio di errori da sotto di Polonara, aggiornando il massimo vantaggio, con la tripla del +16 di Gaffney ed i canestri di Brown, per poi mantenere il distacco, pur con la panchina in campo. Sale l’agonismo vicino ai tabelloni, Sassari prova a restare viva con i rimbalzi in attacco, dimezzando il ritardo con la tripla di Smith (69-76 al 35’) e sperando di replicare quanto accaduto 24 ore fa. Si scaldano anche gli animi ed arriva un doppio tecnico Pozzecco-Pierre per proteste, con i liberi a tenere Brindisi ad un vantaggio di sicurezza. Smith riavvicina comunque la Dinamo a -5, ma un clamoroso canestro di Chappell da otto metri riporta l’inerzia in casa pugliese. Ci sono altri brividi, per banali errori sulla rimessa, ma l'errore di Smith da quasi centrocampo vale la storica finale.