Road to Rookie of the year - puntata 6: Lonzo Ball e i nuovi Lakers
Il draft non è una scienza esatta e la Summer League non sempre il banco di prova più attendibile, ma è fuori di ogni discussione che quanto offerto dalla scelta #2 Lonzo Ball e dai Los Angeles Lakers in quel di Las Vegas è un risultato che è andato ben al di là di ogni più rosea aspettativa. Del tanto trambusto che si è fatto intorno a Ball, prima del draft, anche e soprattutto per colpa di papà Lavar, che fino ad ora però sembra aver ragione, alla fine ne esce un giocatore che ha dimostrato attributi e tenacia sul campo, che si è preso la squadra in mano fin dalla prima partita e alla fine l’ha pure condotta, da mvp, fino alla vittoria finale nel torneo del Nevada.
Visione di gioco non gli era mai mancata, ma la capacità di mandare a bersaglio i suoi compagni con i dee illuminanti è di gran lunga il suo miglior pregio, che è venuto fuori nonostante avesse intorno ragazzi che difficilmente faranno parte della prima rotazione giallo viola. A questo, che era comunque il minimo, si è aggiunto un range difensivo del tutto sottovalutato, che lo porta a reggere bene i contatti, specie quelli in uno contro uno, a sgomitare a rimbalzo con competenza e a fare tante piccole cose che non vanno nel referto. Ha dimostrato di poter elevare il livello dei suoi compagni, di alimentare il proprio gioco dal contesto che ha di fronte, e questo è una addizione non da poco per i Lakers. Nell’unica gara giocata con Ingram al suo fianco, per quello che Magic ha definito il vero go to guy della franchigia losangelina, ha saputo rendere il prodotto di Duke un’arma ficcante e incessante, ovvero tutto quella che non era riuscito a essere nel suo anno da rookie, può essere davvero la svolta per Los Angeles? È ancora presto per dirlo.
Giustificata però è la scelta di rinunciare a D’Angelo Russell, perché il ragazzo da Ucla non è ancora maturo, indubbiamente, ma ha le stimmate del campione vero. Da migliorare sicuramente c’è una meccanica di tiro che a queste categorie non gli consente le buone percentuali che ha avuto nella sua carriera, ma quando conta non si è mai tirato indietro. Curiosità è quella relativa alle sue scarpe, perché in versione Cenerentola ha cambiato marca ogni sera, e paradossalmente solo con quelle del brand BBB creato da papà Lavar per lui ed i suoi fratelli, è arrivata una serata negativa, mentre con le scarpe dei campioni Nba attuali sono arrivate davvero grandi partite, come la tripla doppia o i 36 contro i 76ers.
I lakers però non si sono limitati solo a Ball, un altro top 20 pescato, quel Kyle Kuzma che ha fatto davvero bene a Las Vegas, tirando e segnando qualsiasi cosa gli passasse tra le mani, è seriamente candidato a entrare a referto, anche se in quel ruolo Kentavious Caldwell Pope gli mangerà minuti. Zubac è pronto a dare manforte in vernice, mentre i vari Blue, Williams e Caruso potranno essere divisi tra una panchina/tribuna con la prima squadra ed un percorso di apprendistato ai D-fenders che stanno diventando davvero la fucina più importante per la truppa giallo viola, che dopo il coach sta dimostrando di tenere molto ai ragazzi che si fanno le ossa in D-League. Saranno queste le prime basi della ripartenza Lakers?