Road to Rookie of the year - puntata 5: Edrice “Bam” Adebayo e Dwayne Bacon
Il draft non è una scienza esatta e la Summer League non sempre il banco di prova più attendibile, ma l'analisi di quelli che sono stati i prospetti che più attesi e che han confermato o smentito le previsioni può già essere fatta, sempre col beneficio d'inventario. La quinta tappa del nostro percorso della caccia al rookie of the year vede come protagonisti la pescata #14 Bam Adebayo, finito ai Miami Heat, e uno di quelli che più ha saputo sorprendere gli addetti ai lavori nei tornei della calda estate, ossia il #40 Dwayne Bacon, degli Charlotte Hornets.
Miami negli ultimi anni aveva messo insieme un bel roster fondato sul grande spirito di gruppo degli esterni, con tanti giocatori interessanti e in rampa di lancio, ma se l’anno passato ha mancato i playoff all’ultimo è stato anche e soprattutto per la mancanza di una torre nel mezzo dell’area colorata che potesse aiutare in fase difensiva. La scelta di puntare su Edrice “Bam” Adebayo, giocatore uscito da Kentucky, quindi una università di grande spessore, è apparsa però a molti incongruente col processo di crescita. La Summer League di Las Vegas ha parlato in maniera diversa. Magari non sarà bello da vedere né fluido nei movimenti di tiro, come ha recitato il suo 2/18 al tiro nella prima uscita, ma garantisce verticalità e dinamismo, ma ancor di più dimostra di poter essere uno con cui lavorare e costruire.
Forte e tosto a rimbalzo, saltatore di ottimo livello, nelle uscite estive sta cercando di migliorare in fondamentali che non sono tecnicamente idonei col suo bagaglio, ossia il jumper dal pick and pop o quel piazzato dalla media distanza che molte squadre potrebbero concedergli. Ha dimostrato invece che sia in fase di rimbalzo, e specie di rimbalzo offensivo, le sue lunghe leve, la sua notevole estensione alare, possono fare la differenza, e se migliorerà la velocità dei suoi piedi potrebbe aggiungere qualche stoppata in più per essere già da ora un rim protector interessante. Eccellente invece il suo taglio da pick and roll, dove dimostra di essere già pronto. Liberi ondivaghi in prestazione, rischiano di poter diventare un problema col passare del tempo.
Lo fanno passare per una steal of the draft data la scelta alla #40 dei Pelicans che poi nella stessa notte del draft è stata girata a Charlotte, ma sottovalutare una delle stelle di Oak Hill Academy, che nel suo anno da senior aveva condotto la sua squadra a un record di 45-0 con oltre 24 di media è di sicuro un grave errore. Non troppe lucidi nei suoi due anni a Florida State avevano fatto scendere le quotazioni di Bacon, ma la Summer League ne ha fatto uno degli eroi della franchigia cara a Michael Jordan. Sfruttando anche l’assenza di Monk, scelta numero sei, si è preso Charlotte sulle spalle, dimostrando di essere uno dei numeri tre della nuova generazione, con fisico, atletismo e forza, di quelli che se non concludono di fino ci mettono la potenza per portare a casa canestro, ferro e se ci vuole anche il fallo.
Probabilmente non avrà parecchio minutaggio visto che in quel ruolo Batum dovrebbe dettare legge, né sembra possibile vederlo riciclare in posizione di guardia, ma di sicuro potrà essere un ottimo giocatore che in posizione di spotup, in cambio dalla panchina, potrà portare punti e soprattutto verve, anche perché forse è ancora da costruire in difesa dove il suo fisico non sempre basta a colmare le lacune. AL di là delle vicende personali, la sua, di late drafted, è una delle più piacevoli scoperte di questa Summer League nonché l’ennesima testimonianza di come il duro lavoro paga i dividendi.