Niente All Star Game per il Gallo, a Est c'è Isaiah Thomas
Tutta Italia si è schierata a favore di Danilo Gallinari e ha provato con i propri voti e la propria passione a trascinare di forza un italiano alla partita delle stelle, ma nonostante un periodo fantastico di forma e rendimento, il leader dei Nuggets dovrà aspettare.
Ovviamente chi ha preso il suo posto non farà sentire la mancanza a livello di spettacolo, ma tutti abbiamo sperato in un angolino del nostro cuore di vederlo in campo, forse anche oltre gli effettivi meriti e forse per un po’ di sano (e magari ottenebrato) patriottismo.
La Western Conference affiancherà a un quintetto ai limiti della fantascienza con Steph Curry, Russell Westbrook, Kevin Durant, Kawhi Leonard e Kobe Bryant, delle riserve piuttosto interessanti. L’assenza di lunghi nel quintetto si recupera in panchina, dove ci saranno Anthony Davis, DeMarcus Cousins e LaMarcus Aldridge per coprire il pitturato, aiutati dalla prima, meritatissima, apparizione di Draymond Green. Tra gli esterni c’è un gruppo di tutto rispetto come il terzetto formato da Chris Paul, James Harden e Klay Thompson.
Per quanto riguarda la Eastern Conference il quintetto sarà formato da Kyle Lowry, Dwyane Wade, Lebron James, Paul George e Carmelo Anthony. Anche in questo caso nello starting five non ci sono lunghi e per questo motivo, c’è già un record di punti della competizione pronto ad accadere. Anche in panchina, se facciamo eccezione per Andrè Drummond, non ci sono veri e propri giocatori interni. Ci saranno Chris Bosh e Paul Millsap insieme a una folta batteria di esterni che prevede John Wall, Jimmy Butler, DeMar DeRozan e l’esordiente Isiah Thomas che si è guadagnato la chiamata suscitando una vera e propria esaltazione generale su Twitter.
Dopo queste convocazioni Silver ha già comunicato che per la prossima stagione, le regole per la selezione delle stelle verrà modificata, onde evitare quintetti o chiamate troppo particolari. Intanto ci godremo una partita dove la run and gun sarà esasperata, con la speranza che lo spettacolo e la libertà dei primi tre quarti, lascino poi spazio a una partita vera, magari combattuta sino all’ultimo possesso, nel quarto periodo. Nella nota malinconica, sarà il primo All Star Game dal 1997 in cui non ci sarà nè Tim Duncan, nè Dirk Nowitzki.