I Warriors si prendono gli anelli NBA e tutti gli occhi sono su Durant
Oakland – A giudicare dalla fila fuori già due ore prima della palla a due, ci deve essere qualcosa di importante in scena alla Oracle Arena in questa tiepida serata nella Bay Area.
Non è un concerto dei Rolling Stones, ma sono in scena i Golden State Warriors, ovvero il meglio del meglio del basket NBA di questi anni. I prezzi dei biglietti? Quasi 600 dollari per l'ultima fila in alto. Lo scorso giugno per le finali quel posto valeva 750 bigliettoni...(l'America!!!). L'occasione è quella della consegna degli anelli ai campioni in carica NBA, momento che sancisce anche l'inizio ufficiale del campionato e la fine dell'astinenza per tutti noi appassionati.
Coach Kerr nel pre-partita ha un breve pensiero sull’infortunio a Hawyard: “È stato terribile”.
È tutto pronto per la grande cerimonia, c’è il Commissioner Adam Silver che introduce l’inizio della stagione NBA 2017-2018. Il Larry O'Brien Trophy staziona al centro del campo, con i giocatori dei Warriors che gli stanno attorno, lo ammirano ancora un volta, dopo averlo accarezzato, baciato e alzato in trionfo tante volte nella notte di gara 5 (giugno 2017). I Warriors indossano le nuove felpe Nike bianche e oro con cappuccio e che firmeranno a fine gara per destinarle ad un’asta benefica in favore dei danni provocati dagli incendi delle settimane scorse che hanno devastato le Winery del Nord Bay Area.
Dopo la nomina dei proprietari Joe Lacob e Peter Guber, del coaching staff è il turno dei giocatori ad essere chiamati uno a uno per ricevere l’anello davanti al pubblico della Oracle Arena, piena in ogni ordine di posto.
Tutti i riflettori sono puntati su Kevin Durant, l’MVP delle scorse finali è al suo primo anello. Il numero 35 ha scelto la Bay Area proprio per questo momento e sembra volerselo godere in ogni minuto, trattenendo a stento le lacrime (KD è uno dal pianto facile, ricordate il discorso alla consegna del titolo MVP quando ancora indossava la maglia di OKC?) e incitando piu’ volte la folla con le mani.
Una volta ricevuti gli anelli, Steph Curry prende il microfono: “Questa è una notte molto speciale”, procedendo poi al conto alla rovescia che sposta l’attenzione al nuovo banner che si innalza, scoprendosi davanti al pubbico in visibilio, sul tetto della Oracle Arena. La folla è in estasi, gli smartphone sono tutti puntati sulla nuova scritta che campeggia ridondante: GOLDEN STATE WARRIORS 2016-2017 NBA CHAMPIONS. I tifosi restano ancora in piedi per 5 lunghi minuti, sfoggiando con orgoglio la t-shirt ricevuta per l’occasione e recante la scritta: “Champions Celebration” con gli anni dei titoli conquistati da Golden State: 1947, 1956, 1975, 2015, 2017.
C’è ovviamente poi stata una partita di mezzo, che vi abbiamo raccontato qui con i Rockets che hanno decisamente rovinato la festa ai padroni di casa e come accadde già l’anno scorso nell’opening night dove i San Antonio Spurs battereno i vice-campioni NBA.
Nel dopo partita, le facce non sono certo di quelle da festa, ma nemmeno da funerale, c'è chi sfoggia fiero l'anello ad amici e parenti nel tunnel degli spogliatoi. Il piú ricercato dai giornalisti è Nick Young autore di una partita offensiva sontuosa (23 punti con un 6-7 da tre).
Steve Kerr attribuisce la sconfitta alle troppe palle perse e alla condizioni fisica un po' precaria dei suoi ragazzi, senza pero' farne un dramma. Quello che preoccupa peró di piú il coach di Golden State è l’infortunio occorso a Draymond Green e che ha costretto il n.23 dei Warriors fuori dalla partita per quasi tutta la seconda metà. Per lui si parla di affaticamento al ginocchio.