Altezza o apertura alare? L'NBA vuole più Leonard e meno Howard

Nel basket moderno sono stati ridefiniti molti concetti. Si parlava spesso dell’asse play-pivot per vincere, poi si è parlato dei big-two con due stelle (possibilmente una interna e una esterna) sulla falsa riga di Shaq e Kobe, poi si è passati ai big three con James, Wade e Bosh, mentre ora siamo passati ai “non big”.
Si, perché la deriva del basket moderno ha portato mutazioni anche fisiche nello specimen richiesto da una squadra NBA. Per questo motivo prima si considerava maggiormente l’altezza e la capacità di essere molto ingombranti vicino a canestro, ora invece come testimoniamo le squadra vincenti, serve maggiore mobilità e capacità di coprire ampi spazi in poco tempo.
Nel 2000-2001 l’altezza media dei giocatori era intorno ai 2.05 m, ma questo ha portato a una riduzione delle durate di carriera, perché se pensiamo a Yao Ming (l’esempio estremo) una notevole altezza richiedeva anche una determinata muscolatura per assorbire contatti e muoversi con rapidità, ma questa poi andava ad appesantire le articolazioni e a volte addirittura al collasso. Nel draft 2013 sei squadre hanno scelto dei 2.10 nel primo giro, ma da quel momento la musica è cambiata perché il basket ha virato verso orizzonti diversi e la necessità di intimidire vicino a canestro non è l’unica priorità di un giocatore interno, bensì qualcosa a cui unire la velocità di piedi e soprattutto una cosidetta wingspan (apertura di braccia) che occupi molto spazio orizzontale e verticale.
Come Leonardo ci ha sempre insegnato la circonferenza che parte dalla testa e arriva ai piedi, dovrebbe toccare esattamente l'estremità della mano, invece al giorno d’oggi sono sempre di più i giocatori dotati della wingspan ben più lunga dell’altezza.
Kawhi Leonard è alto 2.04 m. e ha un’apertura di 2.22 m., Anthony Davis è alto 2.12 m. e ha un’apertura di 2.31 m. e Kevin Durant è 2.07 m. ma apre a 2.28 m. Questo significa che attualmente il rapporto tra apertura e altezza nella NBA è in media 1.063 a favore dalla prima, ovvero rientrante nella Sindrome di Marfan come dice David Epstein, autore del libro “La genetica nello sport”.
L’altezza nuda e cruda è scesa a livello di media NBA, anche perché una guardia di 1.98 m. è dimostrato essere meno efficiente e produttiva di una guardia di 1.92m.
L’epitome di questa nuova logica sono i Golden State Warriors che annoverano quattro quinti del quintetto tra i 2.07 m e i 2.13 m. d'altezza, ma questi hanno una media di wingsapan di 2.10 m. Oltre a questo la loro unica scelta al draft della scorsa stagione è stato Kevon Looney da Ucla e ha una caratteristica: l’apertura alare di 2.25 m.
Per paradossale che possa sembrare, il basket sta diventando un gioco sempre meno verticale e più orizzontale.