ESCLUSIVA - Brooks: "Ho voluto Milano, rinunciando ad ingaggi maggiori"
Marshon Brooks è stato il colpo di mercato dell'estate dell'Olimpia Milano e sembra avere le idee chiare in questa sua nuova avventura. Vuole migliorarsi molto come giocatore e vuole mettere il suo talento al servizio della squadra. Non nega le difficoltà iniziali che ci saranno, ma è altrettanto certo di poterle superare, visto che ha voluto fortemente Milano in luogo di altre avventure economicamente migliori ma meno formanti.
-Sei un giocatore NBA e hai un grandissimo talento offensivo. Qui in Europa, però, c’è un tipo di basket leggermente diverso. Come ti poni verso questo cambiamento?
Bene. Sicuramente avrò i miei alti e bassi soprattutto all’inizio ma sono sicuro che il gruppo e la società saranno dalla mia parte perché saranno soddisfatti dell’approccio e dell’apporto che darò.
-Tua mamma ha detto che sei in grado di segnare 40 punti ogni partita, ma che è più interessata alla tua prestazione difensiva. Come pensi che sarà il tuo approccio a questa fase del gioco?
Sicuramente so difendere, non sono assolutamente preoccupato della mia qualità in difesa. E’ un mix tra capacità mentali e fisiche. Dovrò essere intelligente nel capire cosa i miei avversari vorranno fare e tenerli lontani da quelle che sono le loro abitudini.
-L’anno scorso Langford è stato il top scorer. Tu sei un giocatore NBA e sei altrettanto forte come realizzatore, ma ci sono regole differenti in Europa come quella sull’infrazione di passi. Pensi sarà difficile adattarsi?
Sicuramente è l’aggiustamento più importante che dovrò fare per adattarmi al gioco europeo. Ad esempio lo spin move è il mio movimento preferito e credo che modificarlo sarà un processo non breve visto che sono stato abituato a farlo per tutta la mia vita, ma ci lavorerò e migliorerò. Sicuramente ho tanti altri movimenti nel mio bagaglio offensivo quindi dovrò solo saperli utilizzare nel momento e nel modo giusto.
-Cosa ne pensi riguardo alla società in cui sei arrivato?
Penso sia una società di grande livello ed è proprio il motivo per cui sono qua. Dalla Cina avevo offerte economicamente più remunerative, ma ho scelto Milano perché voglio crescere come giocatore, giocare per una squadra dalle grandi tradizioni e per un coach di alto livello che possa farmi progredire giorno dopo giorno. Non mi interessa guadagnare più soldi e sentirmi libero di fare ciò che voglio, perché ho solo 25 anni e giocare in un contesto così mi servirà per il futuro.
-Il tuo obiettivo è tornare in NBA?
L’NBA è il sogno che avevo sin da piccolo. Ci sono arrivato, ma questo è business e cerco sempre la situazione migliore per me e per la società che richiede le mie prestazioni. L’NBA rimane importante ma apprezzo moltissimo anche questo mercato e darò il massimo.
-Cosa ne pensi dell’approccio al basket di Banchi?
E’ molto intenso e impetuoso, vuole che i suoi giochino duro e liberi da ogni pressione mentale. E’ un grande allenatore e ho potuto già apprezzare le sue caratteristiche in questi primi allenamenti. Ti fa capire da subito cosa vuole e cosa si aspetta da te e dipende solo da te seguirlo e fare ciò che è il meglio per la squadra. Questo è un aspetto fondamentale per una squadra di basket.
-Avevi altre offerte dall’Europa o solo quella che mi hai citato poco fa dalla Cina?
Si avevo anche un altro paio di offerte in Europa, ma questa era quella con più senso per me, anche per il fatto che Milano è una città molto “americana” con tante persone che parlano inglese. Questo mi permetterà di ambientarmi prima e riuscire a calarmi meglio nel ruolo e nello stile di vita. Le altre strade europee che mi si erano aperte, assieme alla Cina, non erano così calzanti come questa, ma avevo anche offerte NBA sul tavolo. Detto questo volevo giocare al massimo livello possibile per migliorarmi e che la situazione dentro e fuori dal campo fosse formativa per me.