Proli: “Il roster più corto, il Triplete, l’Eurolega e la nuova Olimpia”
Ora si fa sul serio. Il precampionato è finito e per l’Olimpia Milano è tempo di iniziare la stagione ufficiale, con la semifinale di Supercoppa Italiana di sabato sera a Brescia. C’è grandissima attesa, come sempre, per i biancorossi, al via con i soliti favori del pronostico, ma anche con ambizioni di alto livello in Europa, dopo un mercato molto importante. Ne abbiamo parlato con il presidente Livio Proli, in occasione della presentazione della manifestazione del PalaLeonessa.
Si parte…
“Era ora. La preseason è importantissima, ma manca il piacere del risultato agonistico vero. Si prospetta un’annata intensissima, con il doppio impegno campionato-Eurolega, e ci siamo attrezzati per non fare brutta figura in entrambi i canali ed adesso ci piace riscontrare quello che abbiamo seminato. Abbiamo mantenuto otto tredicesimi del roster, con l’aggiunta di alcuni giocatori importanti, c'è una cultura di squadra adesso più forte di un anno fa ed il vantaggio di partire con maggiore chimica. Poi, come sempre, parla il campo”.
Il bis tricolore come obiettivo e poi?
“Noi dobbiamo pensare di giocare al meglio e vincere tutto quello che è possibile, senza fare calcoli. Entriamo per vincere tutto, poi, razionalmente, in Eurolega l’obiettivo è entrare nei playoff, mentre in Italia vincere il Triplete, che non siamo mai riusciti a prendere. Ma senza farne un ossessione”.
La prima sfida sarà con Brescia, ormai una classica degli ultimi anni
“Sarà una partita durissima, loro sono una bellissima realtà dl campionato italiano, noi pure. Sarà un match che andrà a ripagare la grande affluenza di pubblico, perché non mi ricordo una partita con loro non combattuta fino alla fine. Poi, nelle partite secche, i livelli vanno a ridursi, a vantaggio anche della spettacolarità”.
Il precampionato ha visto un James già leader dell’Olimpia. Era il giocatore che mancava?
“Un playmaker di questa caratura è sempre stato l’oggetto dei desideri. Però non sottostimerei il grande valore aggiunto di Nedovic, Brooks, Burns e Della Valle, qui si vince tutti insieme di squadra. Mi sembra scorretto parlare solo della buona partenza di James, enfatizzata tra l’altro dall’infortunio di Jerrells. Lui si è responsabilizzato, ha avuto dai 30 a 40 minuti di utilizzo, però qui verremo fuori bene se ci sarà un equilibrio, una chimica di spirito, ma anche di gioco. Abbiamo una struttura flessibile, dove molti giocatori si prestano bene in due ruoli, per questo abbiamo ridotto la rosa da 16 giocatori a 13. Il campo ci dirà se questa impostazione sarà corretta o, come spesso accade, dovremo lungo la strada adoperarci per questa piccola variazione. Però siamo davvero molto sereni, consapevoli che la stagione sia lunga e dura”.
Il roster accorciato: una scelta contingente o un cambio di filosofia?
“E’ un cambio di strategia. L’anno scorso avevamo ereditato dal passato alcuni giocatori importanti, che però probabilmente non si prestavano sin dall’inizio al tipo di gioco di Pianigiani, quest’anno invece abbiamo confermato tutti giocatori funzionali all’allenatore e le aggiunte sono arrivate all’insegna della flessibilità e dell’intercambiabilità. E’ stato fatto volutamente per avere un roster un po’ più corto, con la società pronta di intervenire in caso di gravissimi infortuni, ma speriamo ovviamente di no”.
Si è vista in precampionato una squadra con voglia di superare gli ostacoli e le difficoltà, come i soli quattro giocatori disponibili a Cagliari o la rimonta da -19 con il Bayern. Un buon punto di partenza
“Siamo sulla scia di quello che avevamo visto nei playoff l’anno scorso. Sono atleti professionisti e uomini spinti dalla bramosia di vincere sempre ed è solo così che si possono ottenere risultati. La partenza è stata all’insegna di questo tipo di approccio, ma non mi ha sorpreso l’impegno esagerato contro Bayern e Fenerbahce. Mi aspetto lo stesso tipo di approccio con squadre meno titolate e blasonate, dove potrebbe esserci un calo di tensione, legata magari anche alla stanchezza per gli impegni ravvicinati. Aspetto la squadra a questa prova di maturità, dove magari i gregari dovranno diventare stelle e le stelle dovranno saper fare i gregari”.
L’Eurolega e quei playoff da provare a raggiungere
“L’Eurolega è sempre stata un punto di riferimento per crescere, che vuol dire anche vincere. Vincerla sarebbe il traguardo più grande per chi gestisce il business di questo sport in questo continente. Sul tetto dell’Eurolega, però, ci sono le solite 3/4 squadre più strutturate per tanti fattori, a noi piacerebbe dare ogni tanto una zampata, come successo al Maccabi qualche anno fa o a Vitoria. Ci interesserebbe non solo arrivare nelle prime otto, ma rimanerci stabilmente. E, ogni tanto, anche con un po’ di fortuna, fare l’impossibile. Che nello sport è anche possibile”.