Proli: “Il bilancio europeo di Milano, lo scudetto e l'anno prossimo”
L’avventura in Eurolega dell’Olimpia Milano si è chiusa ieri sera, con la beffarda sconfitta contro il Panathinaikos Atene. Una stagione avara di soddisfazioni, seppur un po’ migliore di quella disastrosa di un anno fa, con un penultimo posto conclusivo ed un bilancio di 10 vittorie e 20 sconfitte. E’, dunque, tempo di bilanci ed abbiamo intervistato il presidente biancorosso Livio Proli per conoscere il suo giudizio sull’annata milanese, con uno sguardo al futuro sia imminente che della prossima stagione.
Dall’ultimo posto al penultimo, anche se è stata un’Eurolega un po’ diversa dall’anno scorso. Quale giudizio dà a questa stagione continentale?
“La partita con il Panathinaikos è lo specchio della stagione. I ragazzi sono cresciuti, nell’arco dell’intero torneo, hanno sempre dato il massimo del loro impegno. Sotto questo profilo e quello di attaccamento alla maglia ed al progetto non ho nulla da dire, chiaro che ci manca quel pezzettino che, sembra poco, ma può essere tanto. Dobbiamo saper finalizzare nei momenti importanti, strappare la vittoria nei minuti finali, quando siamo stanchi ed è questa la differenza tra una squadra vincente ed una che sta provando a diventarlo. Un torneo che ha onorato l’impegno verso i colori della società, dove però è stato dimostrato che siamo ancora un po’ indietro. Tante partite perse all’ultimo, un gap che non è così piccolo come sembra, ci sarà moltissimo da lavorare, per trasformare questi ultimi minuti in momenti di vittoria. Abbiamo chiesto sin dal primo giorno di crescere, impegnarsi e non mollare mai. Ci spiace per la delusione dei tifosi, per quando la squadra non vince, ma questo deve essere ancora più uno stimolo, per restituire l’anno prossimo non solo prestazioni gagliarde e toste, ma anche vincenti”.
La squadra ha effettivamente sempre lottato, però era già fuori dalla corsa dai playoff a dicembre
“Avevamo un roster rifatto completamente e, più di altri, abbiamo pagato il bisogno di amalgamarci. Avevamo quasi tutti i giocatori nuovi, un calendario inizialmente difficile, anche se paradossalmente quelle partite le abbiamo fatte molto bene. Però l’esperienza insegna che, per amalgamare la squadra e creare la chimica, ci vuole del tempo. Questa non è un’Eurolega come tanti anni fa, si gioca sempre tra i 16 migliori club d’Europa e, se devi trovare un’amalgama, viene messo in evidenza da avversari che non ti perdonano una virgola”.
Lo scorso anno, nell’intervista post fine stagione europea, aveva detto “abbiamo capito gli errori fatti”: quest’anno cosa c’è da correggere, in vista della prossima stagione, per poter lottare per i playoff?
“Tante cose le avremo già, perché confermeremo gran parte del roster e partiremo con una struttura di base consolidata. Sicuramente avremo i giocatori con un anno in più di esperienza di Eurolega, ci sarà qualche piccolo aggiustamento, legato soprattutto all’aspetto della fisicità: la stazza a certi livelli è fondamentale. Per il resto, i ragazzi di quest’anno avranno margine di crescere ulteriormente e gli aggiustamenti ci consentiranno di avere quel grado di esperienza e fisicità in più per giocarcela alla pari sin dalla prima partita, senza più accampare scuse, sul fatto che siamo nuovi. Ora avremo un anno in più fatto insieme e, dietro a questo tipo di giustificazione, non si potrà più rifugiare nessuno. Ma quest’anno è stato così, non erano alibi o scuse, ma la realtà dei fatti”.
Ora tutta l’attenzione è rivolta al campionato. L’Olimpia arriva da sette vittorie consecutive, dopo la debacle di Coppa Italia, c’è fiducia per questo finale di stagione?
“L’abbiamo sempre avuta, perché nasce da come vediamo la squadra allenarsi durante la settimana ed i comportamenti dentro e fuori dal campo. Però poi non basta, perché bisogna vincere e la vittoria aumenta il sento di autostima vera. Noi, per esperienza, sono tanti anni che vinciamo la stagione regolare, poi ad anni alternati vinciamo e perdiamo. Fiducia non vuol dire perdere quel giusto timore, che deve spronarci a non mollare mai, ad avere nulla per garantito. La storia recente ci insegna, che siamo stati battuti da squadre più pronte di noi. C'è una grande consapevolezza che abbiamo i mezzi per potercela fare, ma il timore giusto, non panico, per lavorare fino all’ultimo secondo con il massimo dell’energia, del rispetto per gli avversari e del nostro pubblico, a cui vogliamo regalare delle battaglie sempre e comunque”.
Con i playoff arrivano le partite decisive ed un difetto di questa squadra è stato quello di fare fatica a vincere le gare in cui era obbligata a vincere, come in Eurolega o in Coppa Italia
“Dobbiamo imparare a gestire i break di vantaggio, li disperdiamo. Questo accade perché dobbiamo avere un approccio diverso in difesa. Abbiamo dimostrato un gran talento offensivo, abbiamo dimostrato quando vogliamo di saper difendere, dobbiamo solo dare continuità all’aspetto difensivo”.