La nuova Olimpia di Repesa, parola d'ordine: intercambiabilità
L'Olimpia Milano è ancora alla ricerca del quinto lungo per completare il proprio roster in vista della stagione 2015/2016. Nel rispetto della regola del 3+4+5, scelta dalla società di Piazzale Lotto per l'allestimento della rosa, l'ultimo pezzo del puzzle dovrà necessariamente essere americano, affiancando così Charles Jenkins e Jamel McLean. Come più volte ribadito dallo stesso Repesa, il complemento perfetto per l'idea di gioco del tecnico croato sarebbe quello di un quattro perimetrale, in grado cioè di aprire il campo e punire dall'arco dei 6.75 m. Per il momento non sembra ancora essere stato individuato alcun elemento specifico ed in attesa di conoscere il dodicesimo soldato (in omaggio alla smorfia) del generale Repesa, proviamo ad analizzare la sua nuova EA7.
Partendo dal reparto esterni, con le sole riconferme di Alessandro Gentile e Bruno Cerella, salta subito all'occhio come questo sia caratterizzato dalla presenza di un unico titolare inamovibile: il capitano. Gentile, dopo l'amarezza e le lacrime per una dolorosissima eliminazione in gara 7 di semifinale scudetto, ha deciso di rinunciare al sogno della NBA per provare a prendersi la rivincita assieme alla squadra che lo ha fatto capitano. Il suo contributo, mai come quest'anno, sarà fondamental per la compagine biancorossa sia in termini di presenza sul parquet, in attacco ed in difesa, sia in termini di personalità e leadership. L'esperienza ad Eurobasket con la Nazionale azzurra di Simone Pianigiani potrebbe riconsegnare all'EA7 un giocatore ancora più maturo, determinante e determinato. Per quanto riguarda gli altri esterni a disposizione la parola d'ordine sembra essere una ed una soltanto: intercambiabilità. Repesa potrà infatti pescare tra un ventaglio di soluzioni con caratteristiche assai diverse le une dalle altre, a seconda del momento della partita o dell'avversario, contando sull'esperienza di giocatori che hanno sempre dimostrato nel corso della propria carriera una straordinaria professionalità. Simon, Jenkins e Lafayette, poi, sono tutti giocatori che il coach meneghino conosce molto bene e che potrà sfruttare al meglio in ogni contesto.
Per quanto riguarda il comparto lunghi, infine, qui la rivoluzione è stata di quelle copernicane rispetto a quanto visto nella passata stagione. Dopo gli addii di Samuels, Melli, Kleiza, Elegar, James e Gigli, Milano ha preferito cambiare completamente rotta, puntando (caso Cervi a parte) su giocatori pluridimensionali, senza badare troppo a chili e centimetri. Il più alto della compagnia è Daniele Magro (208 cm) ma, con ogni probabilità, l'ex Pistoia dovrebbe esser il quinto ed ultimo lungo nelle gerarchie delle rotazioni di Repesa. Un discorso certamente più approfondito e dettagliato potrà essere effettuato solo a ranghi completi, ma sembra chiaro come l'intenzione della nuova Olimpia sia quella di sviluppare il concetto di un gioco permimetrale e, in certi frangenti, di ricorrere alla "small ball". Una scelta che, però, in Europa rischia di rivelarsi una terribile arma a doppio taglio.