Il mercato, l'Olimpia e la ricerca del play: serve un po’ di pazienza

I biancorossi cercano un big nel ruolo, ma non è per nulla facile
03.07.2017 11:57 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Flavio Portaluppi
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Flavio Portaluppi
© foto di Fabio Cavagnera

Lo diciamo già da alcuni giorni, l’Olimpia Milano sta concentrando il suo mercato sulla ricerca di un playmaker di prima fascia. L’obiettivo è garantire a Simone Pianigiani quel giocatore capo, il leader assente nel roster biancorosso della passata stagione: uno dei (tanti) motivi per cui quell’edizione dell’EA7-Emporio Armani si è persa nei momenti chiave della stagione e non ha raggiunto gli obiettivi. Ma, a parte la possibilità sempre più concreta di un ritorno di Curtis Jerrells, sono arrivate solo voci o qualche trattativa, non sfociata nell’attesa fumata bianca.

Tra queste mettiamo i nomi di Mike James e Aaron Jackson, seppur entrambi non abbiano ancora una destinazione ufficiale per la prossima stagione. La curiosità è tanta, ma servirà probabilmente attendere ancora un po’, per capire chi sarà il regista della squadra per la stagione 2017/18. Se non si ha a disposizione il budget ed il nome di una big europea, i tempi li può dettare solo il mercato ed, al momento, non sono ancora maturi. Più di una squadra di primo livello d’Eurolega (Cska su tutti, con la quasi certa partenza di Milos Teodosic) sta lavorando sul ruolo ed i giocatori più importanti, prima di firmare altrove, sperano nella chiamata di una squadra da Final Four.

Obiettivo che non potrà essere nelle mire dell’Olimpia per la prossima stagione dai blocchi di partenza: se poi arriverà un’annata come il 2014, quando a sorpresa l’allora squadra di Banchi arrivò ad un passo dall’atto finale, sarà ovviamente ben accetta. Ma, tra gli argomenti da mettere sul piatto negli incontri con i giocatori ed gli agenti, questo non può esserci. Allora non resta che armarsi di pazienza ed attendere ancora un po’: quando le big si saranno sistemate, verrà il momento biancorosso. A meno di sorprese, perché il mercato non è mai una scienza esatta…