Steph Curry: 40 punti e non solo. E' l'MVP in the making

Che il suo fosse il tiro più mortifero della lega non c'erano dubbi, ma sta riscrivendo la sctoria di questa lega
26.11.2014 13:32 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Steph Curry: 40 punti e non solo. E' l'MVP in the making
© foto di Yang Lei /AGENZIA ALDO LIVERANI

Nella notte Steph Curry ha dato spettacolo con 40 punti sulla testa dei Miami Heat, prodotti con soli 19 tiri e un surreale 8-11 da tre punti. L'ultimo giocatore a segnare 40 punti con 19 tiri fu Jeff Hornaceck ai Jazz contro i Seattle Supersonics nel 1994, quindici giorni dopo che lo fece Joe Dumars per i suoi Pistons contro i Timberwolves. Steph per trentare volte in carriera ha segnato sei o più triple in una partita e nelle ultime cinque stagioni solo in altri cinque ci sono riusciti. Quello che sconvolge, oltre al suo mortifero jumper da lontano, è anche il 4-6 nel pitturato. La sua proiezione di percentuale all'interno dell'area lo porterebbe alla fine dell'anno ad avere il 54%. E' vero che tredici partite sono un campione di riferimento poco indicativo, ma se consideriamo quanto e come tira da tre punti, è davvero complicato pensare di fermarlo.
Ha anche raggiunto 51 partite in cui ha realizzato cinque triple ed elargito cinque assists, scalzando Ray Allen dalla testa della classifica con una piccola differenza: Allen ci ha messo 1300 partite per arrivarci, Steph solo 349.
"Il segreto della mia prestazione? -ha detto- Il giorno prima ho tirato cento triple per la pubblicità di Natale della NBA. Mi è servito."

La grande prova realizzativa di Steph era nell'aria dopo il 3-9 con gli Utah jazz e il 5-15 contro i Thunder di domenica, ma se vogliamo trovare un altro settore statistico che Steph sta limando sono le palle perse. Nelle prime sette partite era secondo solo a John Wall, con un picco di 10, ma da quel momento ne ha prodotte una media di 2.4 che considerando quanto ha la palla in mano sono una miseria.
I Warriors erano la peggior squadra per palle perse della lega nelle prime sette partite con 21.9 a partita, ma il "problema" è che cinque di quelle sono state vittorie, anche quando ne hanno perse 26 contro Houston.
Poi sono arrivate due sconfitte in back to back contro Spurs e Suns e in quel momento qualcosa è cambiato.
"Abbiamo posto l'accento sulle palle perse, -ha detto Kerr- ma il problema è che quando vinci il messaggio arriva fino a un certo punto. Dopo la sconfitta con gli Spurs, vero toccasana per noi, abbiamo potuto focalizzarci per migliorare il nostro gioco, producendo sensibili miglioramenti."
L'ultimo lato del ragazzo da Davidson è il carattere che viene frainteso a causa di una faccia da bravo ragazzo e un fisico piuttosto esile. "La competitività di Steph -ha proseguito Kerr- è il suo aspetto più sottovalutato. Questo ragazzo è un animale."
Non è da escludere che per le tre lettere MVP di fine stagione si possa vedere proprio lui ad alzare il trofeo e i Warriors a battagliare nelle top seeds dell'ovest.