Ci sono voluti soltanto 2 minuti a Steph Curry per entrare in “the zone”: 12 punti in cinque minuti, con un'azione da 4 punti, e la partita si è chiusa prima che i Lakers potessero svegliarsi. Il quintetto base con Hill, Boozer, Johnson, Bryant e Nash è apparso letargico e nulla ha potuto con il livello di energia messo in campo dai Warriors. Bryant è apparso fuori ritmo con i suoi fade-away jumpers. Hill è stato sovrastato da David Lee e Andrew Bogut.
Lo score finale è pesante (116-75), anche se non va preso troppo in considerazione. Quello che però ne è emerso, è che i Lakers visti finora in pre-season hanno molti punti interrogativi su cui lavorare, la squadra è nuova è vero, ma a parte Kobe non si ha la sensazione che ci sia un altro realizzatore affidabile in attacco. Quello che preoccupa di più però, è l’assetto difensivo: squadre rapide e atletiche come i Warriors mettono in serissima difficoltà la squadra di Byron Scott che non sembra avere gli antidoti.
I Golden State Warriors, invece, sono apparsi già in forma campionato, Steph Curry quest’anno è chiamato a diventare ancora più leader della squadra rispetto al passato, Klay Thompson alla definitiva consacrazione. La cura Steve Kerr sembra funzionare: i Warriors ci sono e nella Western Conference, saranno una squadra difficile da batter per chiunque abbia aspirazioni da anello NBA.