NBA back to back: I giocatori NBA non dormono e fanno 40.000 miglia l'anno

La storia preoccupante di un veterano NBA racconta il disorientamento da mancanza di sonno e le sue problematiche conseguenze.
30.09.2014 08:00 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
NBA back to back: I giocatori NBA non dormono e fanno 40.000 miglia l'anno
© foto di Icon Sports Media /AGENZIA ALDO

Questo è il secondo appuntamento della "trilogia" sui back to back e dopo avervi parlato del calendario, ora ci addentriamo maggiormente nella questione riposo e studio del sonno.

Un veterano NBA che ha voluto tenersi nell’anonimato per raccontare questa storia, ha raccontato che questa drastica riduzione di sonno può portare del disorientamento, tanto che per evitare questo problema, molti richiedono delle pillole per poter dormire o accelerare il processo di rilassamento. “Queste pillole sono fondamentali –ha detto- perché almeno quattro o cinque volte a stagione mi trovo in un albergo, salgo sull’ascensore e non ricordo più a che piano o in che camera devo andare. A quel punto devo andare alla reception e farmelo dire. A volte capita anche che mi svegli in una città e non abbia idea in che zona degli Stati Uniti mi trovi.” .
Il protagonista di questa storia non ha voluto quantificare numericamente quanti giocatori possano avere questo disturbo, ma ha detto che il sonno è un grave problema per molti giocatori.

 

Il calendario NBA nella prossima stagione prevedrà ben 578 back to backs e ogni squadra avrà da 15 a 22 di queste sequenze, di cui il 95% richiederà un viaggio nella notte per raggiungere la seconda città in quanto l’NBA vieta alla squadra ospite di viaggiare il giorno stesso della partita.
Questa è una regola piuttosto biasimabile, ma è anche difficile da non rispettare perché molti GM, sebbene non abbiano dichiarato la cifra precisa, hanno detto che l’inadempienza di questa regola viene pagata molto salata con importi a sei zeri. A corroborare ancor di più la dubbia utilità di questa regola ci sono le parole di Czeisler che lo scorso anno ha visto i Red Sox (squadra di MLB) dormire nel proprio albergo dopo una partita e presentarsi la mattina successiva alle ore 10 in aeroporto per volare verso San Francisco. Una volta arrivati a destinazione si sono recati direttamente allo stadio per giocare e hanno vinto 7-0. La MLB non ha battuto ciglio su questa tattica e dopo questo incontro Silver, noto ormai per la sua notevole intelligenza ed elasticità, ha rivelato di essere molto stupito e che se sarà possibile in futuro cambiare la schedule per migliorare le prestazioni, la sicurezza e la qualità del prodotto, sarà ben disposto a farlo.
Nonostante questo la stagione 2014-2015 sarà ancor più intensiva dal punto di vista dei viaggi per le squadre. L’incremento è stato sensibile perché se nel 2009-10 si era partiti da 603 Back to Backs, si era arrivati a 560 la scorsa stagione per risalire a quota 578 in questa, ma Silver sebbene consideri l’eventualità di cambiare il calendario escludendo i back to back, non potrà farlo prima di due anni.
Ed Kupfer, uno statistico di viaggi degli Houston Rockets, ha calcolato che i viaggi totali della prossima stagione saranno di 1.359.299 miglia contro le 1.327.730 del 2013-14, con un aumento del 2,3%. La squadra che incrementerà più di ogni altra la propria distanza percorsa saranno i Miami Heat che passeranno dalle 44.896 miglia dell’anno scorso alle 54.300 di quest’anno con un aumento del 21%.
Questo può sembrare un dato relativo se pensiamo che tanto non sono i giocatori che percorrono il tragitto, ma è stato certificato che la pressurizzazione dell’aereo rallenta considerevolmente il recupero fisico dalla fatica e dagli infortuni degli atleti.