NBA back to back: gli awards dei viaggi e dei tour più lunghi della stagione
Nel grande mondo delle quattro partite in cinque giorni, ci sono anche delle sottocategorie nella quali dei 4-in-5 possono assumere connotati drammatici. L’anno scorso i Rockets sono stati vittime, nell’ultima partita di questo mini-tour, dei Thunder che senza Westbrook hanno inflitto un sonoro 117-86 alla squadra di Mc Hale, il quale non ha voluto neanche addentrarsi nella questione di energia, mostrandosi piuttosto schifato. Quest’anno gli stessi Rockets saranno protagonisti di un altro 4-in-5 con l’ultima partita, il 7 marzo, sui monti di Denver. Dal 2006 a oggi chi ha affrontato i Nuggets in montagna al termine di questo tour ha preso in media 10.4 punti di scarto. Di contro avranno l’inizio di campionato più soft di tutta la lega se consideriamo riposi e forza delle avversarie, mentre i Thunder saranno quelli che giocheranno più partite di tutti con meno riposo rispetto ai propri avversari diretti.
Quest’anno ci saranno ben 69 casi di 4-in-5, il 10% in più rispetto ai 63 della scorsa stagione e ci saranno sei squadre piuttosto sfortunate che affronteranno più di una volta questa mattanza e sono: Denver, Detroit, Golden State, Milwaukee, Portland e Washington.
A Boston va l’award per il più lungo 4-in-5 in assoluto, infatti coprirà addirittura 3000 miglia partendo da Portland, andando in altura a Denver per poi chiudere con l’accoppiata San Francisco-Salt Lake City. Oltre alle miglia c’è il problema dei fusi orari, infatti perderanno anche un’ora di sonno in entrambi i voli notturni per la seconda partita del back to back. Anche i Clippers non scherzano nel loro viaggio prima di Natale, quando giocheranno venerdì sera a Denver, sabato in casa contro Milwaukee, lunedì a San Antonio e martedì ad Atlanta, cambiano ben quattro fusi orari.
L’award del più lungo back to back va ai Sacramento Kings che si faranno Boston-Minneapolis (3 ore di volo) la notte di capodanno, con la partita di Boston all’una del pomeriggio e la partita di Minnesota alle 8.
I Pistons e gli Hornets sono quelli che giocheranno più back to back in stagione con 22, mentre i Lakers ne avranno solamente 16 con Dallas, Miami, Orlando e Sacramento a quota 17. Più del 95% di questi back to backs richiedono un volo notturno.
Per provare a prevenire gli infortuni in questo calendario che sembra più una lotta di sopravvivenza che una manifestazione sportiva, Mark Cuban ha investito in una compagnia che tramite studi clinici e matematici lavora assieme ai giocatori e allo staff per prevenire gli infortuni.Tredici squadre hanno seguito il proprietario dei Mavs in questo suo investimento, mentre i Raptors hanno istituito un sistema nel quale non venivano mai eseguiti degli intensivi shooting drills il giorno dopo una partita, preservando così infortuni muscolari e articolari, risultando la squadra meno colpita da infortuni della lega.
Quest’aspetto è stato una piaga importante nelle ultime stagioni, con infortuni illustri in momenti chiave della stagione che hanno condizionato le ambizioni di alcune squadre. Si parla molto di ridurre le partite stagionali a 50, 60 o 70. Le 70 potrebbero essere la soluzione migliore perché eliminerebbero completamente il problema dei back to backs, ma come si sa i soldi sono i padroni e togliere dodici partite a squadra vorrebbe dire arrecare un danno economico a una macchina da profitti come l’NBA. Questa eventualità è da escludere, quello che si potrebbe fare è diluire maggiormente il calendario su qualche settimana in più. Rimane che gli studi clinici e farmaceutici evidenziano quanto la vita di un giocatore NBA sia fisicamente devastante, mettendo in luce alcuni aspetti nascosti che il grande pubblico non sa, ma che poi rischiano di rovinare la salute dei giocatori anche per il resto della vita.
But it’s all business.