Natale in bianco per il "Re": gli Heat superano i Cavs con un super Wade
Caro Babbo Natale, semplicemente: grazie!
Grazie, perché nella giornata in cui riesci a fare felici tutti i bambini del mondo, hai trovato un po' di tempo per fare felici anche noi, che bambini ormai non lo siamo più. Della mia personalissima letterina hai soddisfatto (quasi) tutte le richieste, compresa quella di poter ammirare il ritorno del "Re" nella terra in cui ha vissuto il suo dorato esilio volontario.
Telecamere (tante), occhi (tantissimi) tutti puntati sul Prescelto, eppure la scena la ruba subito Dwayne Wade, dispensatore di grandi abbracci prima della palla a due e di grandi canestri dopo questa. Il pubblico notoriamente pigro di Miami riempie in ogni ordine di posto l'American Airlines Arena, come accade solo nelle grandi occasioni, ed in effetti, questa, è senz'altro una di quelle. Qualche "boo", ma anche tanti applausi, sopratutto quando sul maxischermo compaiono le immagini dei recenti successi degli Heat che inumidiscono gli occhi di James e dell'ex compagno di merende D-Wade. L'approccio difensivo della squadra di David Blatt è tutt'altro che positivo, ma offensivamente parlando, i Cavs sono una macchina quasi perfetta. LBJ fatica a trovare il canestro con grande regolarità ed allora, come il miglior Magic Johnson, indossa i panni dell'assistman mettendo in ritmo Miller, Irving e soci. La "garra" dei padroni di casa è senz'altro maggiore, così come le motivazioni, e la prima frazione, infatti, si chiude sul punteggio di 30-27. Il canovaccio non cambia nel secondao periodo, quando il supporting cast degli Heat non sbaglia praticamente mai, mettendo 10 lunghezze di vantaggio (28-38) che costringono Blatt a fermare la partita ed a ributtare nella mischia Irving, Love ed LBJ. L'emozione si sa, a volte gioca brutti scherzi e le mani fatate del 23 tremano anzichenò, soprattutto dalla lunetta del tiro libero (8/13), unica zona del campo da cui riesce a trovare il canestro. A chi la mano non trema mai, invece, è un sontuoso Dwayne Wade (24 punti) tornato a tratti quel Flash che nelle Finals del 2006 dominava il gioco in maniera (quasi) jordanesca. La scossa in casa Cavs non arriva mai, l'unico che prova a darla è Kyrie Irving ma contro i motivatissimi Heat non può bastare: ecco spiegato il rocambolesco 49-62 che manda le squadre all'intervallo lungo.
Nonostante le difficoltà al tiro, nonostante le 13 lunghezze di svantaggio, LeBron James passa il proprio intervallo ridendo e scherzando con l'amico fraterno Dwayne Wade, in una di quelle scene che, al di là di colori, bandiere e tifo, fanno solo del grande, grandissimo bene allo sport. L'atteggiamento dei Cavs è senza dubbio differente, soprattutto in difesa, ed è Erick Spoelstra, questa volta, a sentire l'esigenza di chiamare time-out per provare a fermare la rimonta ospite. La qualità offensiva della squadra di Blatt è indiscutibile, e Cleveland torna in singola cifra di svantaggio (75-71) grazie anche alle percentuali ottime dal campo, frutto di una grandissima abilità nell'allargare il campo. Ecco però lo zampino del Grinch, (buffo personaggio dei fumetti creato da Dr. Seuss) che costringe LeBron James ad abbandonare per qualche minuto la tenzone, a causa di un infortunio nel tentativo di evitare una palla persa. Per fortuna (nostra, vostra e loro) si tratta di una storia a lieto fine, ed il "Re" riporta subito i propri talenti sul parquet, alla faccia di chi voleva rubare il Natale. Bastano pochi secondi per capire che l'infortunio non ha lasciato alcun postumo, quando James decolla per inchiodare la schiacciata che vale il -2, preludio dell'imminente pareggio a quota 80 a 9 minuti dallo scadere. Con cenoni e pranzi, probabilmente, abbiamo tutti già ampiamente dato, ma la tavola è (nuovamente) apparecchiata per un finale di gara da leccarsi i baffi.. Dopo un primo tempo ad altissimo punteggio, le squadre faticano a trovare la via del canestro, ma sono gli Heat e farlo con maggiore continuità piazzando un parziale di 10-1 che rimette la partita lungo i propri i binari. Alla tripla di Mike Miller replica immediatamente quella di Danny Granger che sigilla il nuovo + 8 (95-87) ad un minuto dalla sirena finale. A nulla vale l'ultima bomba del Prescelto (che comunque scrive 30 a referto): alla Americans Airlines Arena di Miami finisce 101-91 una partita maschia, intensa e (a tratti) divertente che chiude un altro fantastico Natale targato NBA.