Bulls e Cavs, la rincorsa agli Hawks non è cosi semplice
Ieri si sono incontrate in quel di Cleveland le due più importanti squadre accreditate per giocarsi il titolo della Eastern Conference, infatti in tutte le preview stagionali Cleveland era al primo posto del ranking insidiabile solo dai Bulls.
Fortunatamente il campo ci ha detto che non è tutto oro ciò che luccica, infatti sia i Bulls che i Cavs hanno attraversato momenti difficili.
Cleveland ha avuto una fisiologica crisi di rigetto dopo la costruzione della squadra e un grande hype sui tre giocatori più importanti, che hanno dimostrato di non essere esattamente pronti a gestire altre presenze ingombranti a roster. Dopo questo la colpa è caduta sulla presunta incapacità di Blatt di creare un sistema difensivo (in Europa c'è ancora chi dopo anni non ha ancora capito come attaccare le difese dell'allenatore campione uscente).
Ora dopo il riposo forzato di LeBron sembra un'altra squadra e nello scontro diretto hanno concesso solo il 38% ai Bulls con delle interessanti notazioni statistiche: Timo Mozgov ha messo a referto la quarta prestazione in carriera da 15+15, ma soprattutto ha protetto il ferro come non si era mai visto alla Quicken Loans e tenendo Gasol a 2-10 dal campo nel primo tempo e a 4-13 nella partita, vincendo agevolmente lo scontro diretto. Inoltre LeBron ha disinnescato Jimmy Butler, vero faro dell'attacco rossonero in questa stagione, costringendolo a un 2-9 in marcatura diretta e 1-5 nei pull-up jumper. Nello scontro del 31 ottobre i Bulls misero assieme la bellezza di trentaquattro tiri aperti in sospensione segnandone quindici, mentre la scorsa notte sono stati in grado di prenderne otto sbagliandoli tutti.
Ne è passata d'acqua sotto i ponti da quella data e i Cleveland Cavs sembrano in netta ripresa, cosa che non si può dire dei Bulls.
Circolano voci non proprio edificanti sulla situazione dello spogliatoio chicagoano, infatti parrebbe che Thibodeau abbia perso il controllo del gruppo e le dichiarazioni post partita di Derrick Rose farebbero pensare a qualcosa di simile.
L'obiettivo ovviamente è di creare una scossa nell'ambiente, perchè una squadra che era sempre stata nelle prime cinque per efficienza difensiva da quando in panchina c'è l'ex assistente dei Celtics, ora è dodicesima concedendo nel nuovo anno 106.3 punti su cento possessi e occupando così la sestultima posizione.
Il futuro non sembra affatto roseo perchè la squadra sarà impegnata in sette trasferte nelle prossime dieci partite e sebbene il record on the road sia comunque un interessantissimo 15-6, affrontare un lungo viaggio alla ricerca di una nuova identità potrebbe non essere la cura migliore. Se a questo aggiungiamo che cinque delle prossime dieci avversarie hanno un record uguale o migliore del 57% e che in tre dei prossimi quattro impegni avranno di fronte nell'ordine Spurs, Mavericks e Warriors sono più che preventivabili dei passaggi a vuoto.
Questa squadra sembrava perfettamente costruita sulla carta per mantenere la solita efficacia difensiva e fare l'ultimo passo in attacco per diventare una seria pretendente al titolo. L'esponenziale miglioramento di Butler sarebbe stata un'ulteriore chiave e invece molto probabilmente la presenza di Gasol è una paga troppo pesante a livello difensivo e se pensiamo che ci sono già tifosi che dicono: "Beh però alla fine Boozer...".