Austin Rivers va da papà Doc ai Clippers, ma perchè?

Nella trade a tre tra Celtics, Suns e Clippers, si forma la coppia Rivers anche se c'è qualche riserva sulla sua utilità
16.01.2015 13:14 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Austin Rivers va da papà Doc ai Clippers, ma perchè?
© foto di Rich Kane/Icon SMI AG ALDO LIVERANI S A

Per la prima volta nella storia un figlio giocherà per il padre allenatore della franchigia e questo accadrà con Doc e Austin Rivers in quel di Hollywood sponda Clippers. Era già successo con Coby Karl quando era a roster per i Nuggets del papà George, ma il ragazzo non scese mai in campo in quel periodo.
Andiamo ad analizzare la trade che ha reso realtà tutto questo:
 

I Clippers prendono Austin Rivers

I Suns prendono Reggie Bullock

I Celtics prendono Chris Douglas-Roberts, Shavlik Randolph e una seconda scelta 2017 dei Clippers

 

Boston Celtics- Che Boston non fosse interessata ai servizi di Austin Rivers era chiaro, sebbene avessero accettato la proposta dei Pelicans di non includere Salmons nella trade, bensì il figlio d’arte. Con questo movimento non solo scaricano un giocatore a cui non sono interessati, ma portano a casa una seconda scelta sostanzialmente gratis dai Clippers e potranno rilasciare Chris Douglas-Roberts come riferito da Mark Murphy del Boston Herald.
Infine Ainge ha potuto completare la trade di un giocatore in cambio di due, dopo aver transato in tempo il contratto di Robinson, avanzando ulteriormente il processo di rebuilding.
 

Phoenix Suns- I Suns rendendosi disponibili come terza squadra per una trade hanno portato a casa un prospetto con margini di miglioramento che nonostante non abbia dimostrato sufficiente incisività difensiva per essere un “3 and D player”, ha sicuramente mostrato affidabilità nel suo tiro, cosa che in una squadra come i Suns potrebbe essere garanzia di qualche minuto.
 

Los Angeles Clippers- Andando a prendere un salario come quello di Austin, papà Doc ha fondamentalmente fatto un favore ai Boston Celtics, sebbene lo stesso coach avesse detto che la squadra ha bisogno di una guardia “nord-sud”. Quello che lascia molto perplessi è il motivo per cui si siano disfatti anche di una seconda scelta che avrebbe potuto fruttare un giocatore su cui puntare.
Bullock, probabilmente, è un prospetto anche migliore di Rivers, perché il figlio di Doc sino ad ora ha messo a curriculum un anno da rookie disastroso, una decente mira da lontano nel secondo e un altro evidente calo in quella attuale con il 28% da tre su 50 tentativi. L’impressione che le porte girevoli in casa Clippers non siano finite perché Farmar potrebbe essere rilasciato già oggi non avendo convinto per nulla difensivamente, mentre continua l’interessamento anche per Nate Robinson che andrebbe a coprire uno dei tre slot disponibili a roster.
Rivers non solo dovrà completare in modo logico (e consono come la relativa flessibilità salariale) il roster nel suo compito di GM, ma dovrà anche renderlo omogeneo nel suo compito da coach, cosa che quest’anno gli è riuscita molto poco già con i giocatori a disposizione.