Anthony Davis e Tim Duncan. Generazioni a confronto
Nella notte si sono incontrati due giocatori che hanno segnato e segneranno un'epoca della NBA in quello che figurativamente definiremmo: passaggio del testimone.
Tim Duncan e Anthony Davis si sono dati battaglia sotto i tabelloni in uno scontro generazionale che ha tenuto incollati al televisore gli appassionati.
Tim Duncan. Coach Popovich dopo la partita ha detto: "Ma lo avete visto camminare? Zoppica. Non riesce ad estendere la gamba sinistra. Io ancora oggi mi chiedo come faccia a giocare, ma lo fa e alla grande".
E se guardiamo le statistiche capiamo che nessuno nella storia NBA a 38 anni ha mai avuto un apporto simile.
Al momento il PER del #21 è di 22.8 ed è già un cifra abbastanza imponente, ma fa ancora più paura che la sua statistica quasi dieci anni fa era 23.1 dopo le sue stagioni da MVP. Secondo Basketball-Reference nessun giocatore a 39 anni ha mai avuto un PER simile, nemmeno Kareem Abdul-Jabbar che giocava in altra epoca e soprattutto con ben altri avversari. Solo lo stesso Kareem nell'1985-86 e Karl Malone nel 2002-2003 hanno giocato più dei suoi 32.1 minuti medi a partita.
Alla luce di queste cifre, meglio goderselo ancora per quel poco tempo che ci rimane.
Anthony Davis. Se Duncan non tramonta mai, Davis sorge fin troppo in fretta, perchè sempre rimanendo in tema di PER e considerando il campione di partite giocato sino ad ora, nessun giocatore che ha poi vinto l'MVP alla fine dell'anno ha mai avuto un PER di 32.5 come lui. Al momento non è in testa alla classifica assoluta perchè più in alto di lui c'è Russell Westbrook con 33.3, ma sembra improbabile che la guardia dei Thunder possa vincere l'MVP scalzando Unibrow.
Se proseguiamo il confronto (non attendibile ma curioso) tra Davis e Duncan, scopriamo che alla stessa età il giocatore dei Pelicans ha una miglior scoring efficiency personale e della squadra quando lui è in campo. Ciò che impressiona di più dell'annata di Davis è che Monty Williams non usa un gran numero di giochi per lui, quindi spesso i punti arrivano da soluzioni dinamiche di pick and roll o da rimbalzo d'attacco, più che per effettivi isolamenti. Tutto questo "giustifica" anche la quarta più bassa percentuale di palle perse (6,4%) per un giocatore dall'usage rate maggiore del 25%. Siamo davanti a un giocatore completamente unico e che non solo ha scolpito nel marmo il suo fisico, ma ha migliorato esponenzialmente il suo gioco. Nella notte è partito a sette metri da canestro come una delle migliori guardie scaricando in traffico per la schiacciata di Anderson. Questo ragazzo non ha limiti e il problema per gli avversari è che ha ancora margini di miglioramento.