NBA: San Antonio Spurs, la preview

Si chiude la rassegna di preview con i campioni in carica in cerca di uno storico repeat
27.10.2014 16:00 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
NBA: San Antonio Spurs, la preview
© foto di Jesse D. Garrabrant

E’ difficile pensare di poter migliorare qualcosa rispetto all’epica stagione scorsa dove gli Spurs hanno dimostrato che neanche i Bulls di Jordan e Pippen sono mai stati in grado di esprimere una pallacanestro di così alto livello all’interno di una Finale NBA. Ovviamente questa squadra ci ha abituato a porre l’asticella sempre molto in alto, quindi non ci sarebbe da stupirsi se li ritrovassimo in fondo anche l’anno prossimo.

Chris Itz di poundingtherock, il più importante blog degli Spurs, ha detto a Basketissimo che non c’è nulla da temere sulla fame di vittorie. Potrebbe essere l’ultima stagione di Ginobili e lui non conosce altro modo di giocare se non con la massima competizione, Duncan e Popovich sanno di essere nella stessa situazione e sicuramente ci riproveranno fino in fondo, mentre Parker ha riposato tutta l’estate e potrà essere al 100% pronto per la nuova stagione. L’organizzazione Spurs, inoltre, ha riportato ai blocchi di partenza 13 dei 14 giocatori a roster nella scorsa stagione e addirittura 10 sono in squadra dal 2011-2012. Come sanno tutti hanno investito molto negli allenatori, portando il sempre stimato Ettore Messina come assistant coach e posizionando la prima donna (Becky Hammon) in un coaching staff NBA con incredibile lungimiranza.
Sempre Itz ci ha detto che, contrariamente a quello che si pensi, potrebbe non essere l’ultima stagione per Duncan e Popovich. Soprattutto Gregg potrebbe allenare anche nell’era post Duncan, in quanto la logica Spurs mette sempre davanti la squadra al singolo e la possibile dipartita di Duncan potrebbe non essere un problema insormontabile per il coach.
E per chiudere ripone molte aspettative in coach Messina. Non è dato sapere se sostituirà Popovich quando questi se ne andrà, perché potrebbe volere un ruolo da head coach prima di questo momento, ma la notevole relazione lavorativa che si è creata tra i due permetterà a Messina di essere molto influente nell’evoluzione tecnica e tattica della squadra. Se conosciamo Messina e il suo ideale di lavoro, una delle prime panchine a cui ambirebbe, anche a costo di aspettare qualche anno in più, è quella degli Spurs perché qui tutto volge al bene comune e la società protegge in maniera strenua l’allenatore dandogli pieni poteri decisionali.
Tim Duncan lo scorso anno ha guidato la squadra in minuti durante la scorsa stagione e sicuramente finchè sentirà di poter dare un contributo potrebbe rimanere a bordo. Boris Diaw ha avuto un’annata semplicemente incredibile con la vittoria degli Europei, il titolo NBA e il bronzo ai mondiali da vero condottiero della squadra. E’ stato protagonista di ogni partita importante per gli Spurs e il suo ritorno è sicuramente una chiave della prossima stagione.
E’ atteso a un test anche Kawhi Leonard che nei tre giorni in cui gli Spurs hanno avuto a disposizione il Larry O’Brien Trophy per farne ciò che volevano, ha impiegato due di questi tre in continui shoot fotografici, interviste e approfondimenti per la tv. Non potrà più nascondersi e sarà la pietra miliare degli Spurs del futuro, ma la cosa non sembra spaventarlo.
 

Roster:
Kyle Anderson, guardia
Jeff Ayers, centro
Aaron Baynes, centro
Marco Belinelli, guardia
Matt Bonner, ala
Austin Daye, ala
Boris Diaw, ala
Tim Duncan, centro
Emanuel Ginobili, guardia
Danny Green, guardia
Cory Joseph, guardia
Kawhi Leonard, guardia
Patty Mills, guardia
Tony Parker, guardia
Thiago Splitter, centro

 

Dark Horse: Marco Belinelli. Dopo il primo titolo, la grande gioia, ma innegabilmente dei difficili playoffs dopo la grandissima regular season, è chiamato a fare quel passo in più nei momenti decisivi che lo renderebbe un giocatore in grado di stare in campo a fianco dei big nei momenti cruciali del match.

Incognita: Cory Joseph. Con Mills ai box per infortunio è chiamato a essere la point guard titolare dietro Parker, con la differenza che la second unit è condotta da Ginobili che quasi sempre porta palla e crea soluzioni per i compagni. E’ richiesto a Joseph, quindi, di migliorare molto come spot-up shooter, caratteristica ancora molto migliorabile del suo gioco.