NBA: Los Angeles Lakers, la preview

C’erano una volta i Los Angeles Lakers dello “Show-time”, quelli di Magic e Kareem impegnati in una rivalità con i Boston Celtics senza precedenti, i Los Angeles Lakers del Maestro Zen, Kobe e Shaq dominatori della NBA, oggi ci sono i Los Angeles Clippers. Potremmo riassumere, molto sommariamente, in questo modo l’attuale periodo dei “lacustri”, spodestati, ormai senza neanche più traccia di stupore, dal trono di legittimi padroni della città degli angeli. I gialloviola sono reduci da una stagione da 27 vittorie e 55 sconfitte (il peggior record della propria gloriosa storia), al cospetto delle 55 vittorie e 27 sconfitte dei cuginastri (da sempre considerati un po’ “sfigati”) dei Clippers, e nulla lascia presagire un possibile ristabilimento dell’ordine naturale delle cose per la stagione 2014/2015. Per la prima volta nell’ultima decade Kobe Bryant non è stato il miglior realizzatore della squadra, complice, ovviamente, l’infortunio al ginocchio che gli ha permesso di scendere sul parquet appena 6 volte in stagione regolare. La sua pesantissima eredità è stata raccolta da Nick Young, che quanto a realizzatore puro non si discosta così tanto dal Black Mamba, ma che in alcun modo può anche solo pensare di sostituirsi per importanza, impatto, leadership e quant’altro al 24 gialloviola.
E proprio dal 36enne Kobe Bryant sperano di ripartire i 16 volte campioni NBA. Il miglior realizzatore della storia dei Lakers, si sente finalmente completamente ristabilito dal punto di vista fisico, dopo due stagioni alquanto travagliate, ed è pronto a riprendere il proprio ruolo di pietra angolare del pianeta Lakers. Non siamo sicuri, però, che questo possa bastare per riconquistare un posto in off-season, anzi siamo quasi più certi del contrario. Come hanno infatti recentemente dimostrato i Miami Heat, spesso neanche 3 superstars di assoluto livello sono sufficienti per conquistare un Anello NBA, figuriamoci una. Gli arrivi di Carlos Boozer (Chicago), Jordan Clarkson (Missouri), Ed Davis (Memphis) e Jeremy Lin (Houston) non aggiungono molto di più al “Carrozzone” dei Lakers ed anzi, le partenze di Kent Bazemore (Atlanta), MarShon Brooks (Olimpia Milano), Jordan Farmar (LA Clippers), Chris Kaman (Portland), Kendall Marshall (Milwaukee), Jodie Meeks (Detroit) e, soprattutto, Pau Gasol (Chicago), tolgono, se possibile, ulteriormente qualcosa. Dal draft i Lakers hanno pescato con la chiamata numero 7 Julius Randle da Kentucky, un giocatore estremamente interessante, intorno al quale, senza dubbio, può avere inizio una rifondazione.
Rifondazione, per ora, resa assai complessa dal fatto che il back-court incide per circa 48 milioni di dollari (Kobe Bryant $23,500,000, Jeremy Lin $14,898,938, Steve Nash $9,701,000) sul salary-cap (Lin e Nash sono però al loro ultimo anno di contratto, Kobe no…).
Passiamo ora al basket giocato. Se sani, i Lakers possono sicuramente essere una squadra davvero interessante da un punto di vista prettamente offensivo. Byron Scott è un coach che ama il basket rapido e spettacolare: la sua filosofia offensiva unisce un misto di corsa, pick-and-roll ed alcuni aspetti della Princeton offense, schemi più che congeniali agli uomini a sua disposizione. Il vero punto debole è senza dubbio il comparto difensivo. La posizione di centro sarà occupata da Jordan Hill e Robert Sacre, decisamente poco solidi al cospetto dei lunghi che spadroneggiano ad ovest. Anche sugli esterni, Bryant non è mai stato un difensore costante, Nash, non è mai stato un difensore punto, ed anche Lin arranca nella meta campo difensiva. Urgono provvedimenti. Spiace doverlo dire ma anche quest’anno per i gialloviola si prospetta una stagione da sangue, fatica, lacrime e sudore.
ROSTER:
Kobe Bryant, guardia
Jeremy Lin, guardia
Steve Nash, guardia
Jordan Hill, centro
Nick Young, guardia/ala
Carlos Boozer, ala/centro
Julius Randle, ala
Ryan Kelly, ala
Xavier Henry, guardia
Wayne Ellington, guardia
Ed Davis, ala/centro
Wesley Johnson, ala
Robert Sacre, centro
Jordan Clarkson, guardia
Ronnie Price, guardia
Dark Horse: Kobe Bryant. Il rientro del Black Mamba rappresenta l’unica speranza in casa Lakers di disputare una stagione migliore della precedente. Dalle sue condizioni dipenderanno le sorti della franchigia, e quasi certamente, anche quelle di Byron Scott.
Incognita: Jeremy Lin. Dopo una stagione a Houston al di sotto delle aspettative, il losangelino con gli occhi a mandorla è tornato a “casa” per provare a dare una scossa ai Lakers. Molto dipenderà da come riuscirà ad integrarsi con il “grande Capo”.
Pronostico: 35 vittorie in regular seaon e fuori dai playoff.