NBA Finals: LeBron è commovente, ma Steph domina il finale e vince
Doveva essere una gara pivotal, ci si aspettava che i Cavs avessero dato tutto ciò che avevano nel serbatoio, invece abbiamo assistito a una partita splendida, fatta di scelte tecniche come lasciare in panchina chi ne aveva fatti 28 la partita prima e fare lo stesso con il centro titolare di una stagione dall’altra parte, di giocate dei singoli senza precedenti e anche di diversi errori, ma che ha regalato emozioni per 48 (troppo brevi) minuti.
I Golden State Warriors vincono gara 5 per 104-91, con uno scarto forse esagerato per la strenua lotta messa in campo dai Cleveland Cavs che sino a tre minuti dalla fine avevano credibili possibilità di vittoria.
La partenza è tutta dei Warriors e anche se si segna pochissimo, i padroni di casa sembrano in palla con il confermatissimo quintetto piccolo. Green è una furia e segna nove dei primi tredici punti dei suoi, ma quando finalmente si affaccia sulla serie anche JR Smith, il tempo volge al bello per i Cavs. E’ lui l’artefice della rimonta con quattro triple a bersaglio nei primi 14 minuti in campo e una sostanziale mano a un LeBron che è già in doppia cifra nonostante punti strettamente a mettere in ritmo i compagni. Dall’altra parte Curry s’iscrive con un paio di layup, poi spara la tripla dando l’impressione di aspettare la partita. Come consuetudine contro il quintetto piccolo Tristan Thompson domina senza mezzi termini a rimbalzo, ma Iguodala è la vera arma tattica di Kerr e la partita viaggia sui binari dell’equilibrio sino alla pausa con i Warriors avanti con il minimo scarto.
“Sono tranquillo, perché sono il miglior giocatore del mondo” ha detto James nel post partita e non lo ha fatto per caso, perché il suo secondo tempo è l’ennesimo capitolo di una storia leggendaria. Ha chiuso il match con 40 punti, 14 rimbalzi e 11 assists diventando il quarto giocatore della storia ad avere più triple doppie nella stessa finale, unendosi a Magic nell’avere più finali con queste cifre. Tra il terzo e il quarto periodo sembra davvero di veder giocare un diciassettenne al cospetto di bambini, infatti segna qualsiasi cosa gli passi per le mani, manda a segnare Tristan Thompson con incredibile regolarità e conduce da solo la sua squadra a un finale in volata. Purtroppo per lui dall’altra parte c’è l’MVP della stagione che chiude con 37 punti e sette triple, tre delle quali nel quarto periodo (17 punti con 5-7 dal campo) senza nessun senso per gli umani. A ogni canestro incredibile di LeBron, Steph risponde facendo allargare ancora di più la bocca dello stupore. E’ stata una sparatoria a suon di giocate impossibili con Curry che ha chiuso la partita con una tripla da nove metri, un minuto dopo che LeBron ne aveva messa una con l’uomo in faccia e la parabola vicina al soffitto della Oracle.
Possiamo pensare che i Cavs siano (a questa stregua d’emergenza) una delle squadre con meno talento mai apparse a un palcoscenico finale, ci può stare, ma non possiamo che catalogare queste Finals come splendide, incerte e che ora vengono decise da due campioni che, a loro modo, entreranno nella storia per aver cambiato questo gioco.
Di sicuro avremo la fortuna di vedere ancora una partita, perché il viso di LeBron non era assolutamente quello di un uomo sconfitto, se poi si arrivasse alla settima saremmo solo contenti per una finale che ci ha restituito il gran basket mancato durante il resto dei playoffs.