Anno da incubo per Milano, Gentile ed il pubblico le sole note liete
“Un grande fallimento di tutti”, bastano queste parole, dette con grande onestà da Alessandro Gentile, a spiegare l’annata dell’Olimpia Milano. Doveva essere la stagione delle conferme e del dominio, almeno in Italia, invece i biancorossi finiscono con un pugno di mosche in mano, senza titoli ed anche con un’Eurolega al di sotto delle aspettative. Basta dare uno sguardo al tabellino di gara 7 per una sommaria spiegazione: James in tribuna, Kleiza 0 minuti, Brooks 11. I tre grandi colpi del mercato estivo sono rimasti a guardare, nel momento decisivo della stagione.
Tutto è partito da lì, da una campagna acquisti sbagliata, per sostituire due perni come Jerrells e Langford, entrambi giocatori chiave dello scudetto 2014. Tre scommesse perse: il primo non ha mai recuperato dall’infortunio, il secondo appare sempre più prossimo a fine carriera e l’ex Lakers, unico ad aver comunque dato un discreto contributo, ha faticato molto ad incidere nei momenti chiave. E’ stato il peccato originale (anche se c’era grande fiducia nei giudizi ad inizio stagione), ma non l’unico, a partire da una squadra incapace di togliersi di dosso la pressione quando contava.
Si pensava che lo scudetto avrebbe reso l’EA7 più ‘leggera’, invece, la palla è sempre pesata un quintale nelle finali e nelle partite chiave dell’anno. Anche molti giocatori confermati non hanno reso per quanto atteso: Moss inizia a pagare il grande dispendio di energie in carriera, Melli non è riuscito a fare il salto di qualità definitivo e Hackett è calato (e si è innervosito) in semifinale, quando ci si aspettava la marcia in più. Poi c’è un Banchi che non ha convinto nella gestione delle rotazioni, sia per un sovra utilizzo di Samuels nella prima parte di stagione, che per una riduzione all’osso nei playoff.
Sarà il coach a pagare per primo (ma non l’unico) e per il suo posto sembra ci sia Djordjevic in pole position, mentre è tutto da vedere cosa accadrà per la squadra. Di certo, una chiave sarà la decisione di Gentile, se restare o tentare l’avventura NBA: il n° 5 biancorosso ha dimostrato di essere un vero capitano, trascinando la squadra sia in campo che fuori e prendendosi sempre le sue responsabilità. L’altro fattore da non disperdere è il pubblico: oltre 9.000 spettatori di media, entusiasmo sempre elevato e Forum spesso molto caldo. Da questo l’Olimpia dovrà provare a ripartire.