Metta World Peace: “Sono a Cantù per battere i migliori”

L'ex campione NBA è stato presentato, tra campo, battute e sorrisi
26.03.2015 17:49 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Metta World Peace
Metta World Peace
© foto di Alessia Doniselli

Sono a Cantù per battere i migliori”, Metta World Peace lancia subito il suo grido di battaglia, tra sorrisi e battute, nel suo primo giorno italiano. E’ un personaggio importante per il basket italiano, ma lui è arrivato solo per un motivo: “Sono qui per giocare. Ho ancora voglia, non sono arrivato per la pensione. Ho ancora 35 anni, è il momento perfetto per essere qua ed anche per capire se passare un’altra stagione in Italia”. In un campionato da lui stimato: “E’ uno dei migliori al mondo. Dopo l’NBA, è sempre una lotta tra Spagna ed Italia”.

Il motivo per cui ha scelto Cantù: “Tanti professionisti vogliono giocare nella squadra migliore, a me interessa avere una buona squadra, perché non voglio giocare con i migliori, ma battere i migliori”. E la sfida a Milano è già lanciata, anche se non ci pensa al momento: “Il mio cuore è completamente con Cantù. Sono concentrato solo su questo”. Metta ha lanciato una linea di abbigliamento, la sfida anche stilistica con Armani? “Non mi posso certo mettere in competizione con Giorgio Armani, anzi mi piace molto la sua moda e spero mi regali qualche camicia...”.

Il suo stile di gioco: “Quando ho giocato con Phil Jackson mi ha spiegato la cultura Zen: giocare duro e aggressivo, ma con tranquillità ed intelligenza. Mi sono serviti 6 anni per modificare il mio modo di giocare. Io voglio passione nel mio gioco, ma senza rabbia”. E giocando per i compagni: “In Europa si gioca molto muovendo la palla ed il corpo. Di punti ne ho fatti tanti nell’NBA, qua voglio giocare soprattutto per i compagni”. Bargnani e Bryant sono stati suoi compagni di squadra: “Ho parlato molto con Kobe dell’Italia e del campionato italiano, un po’ meno con Andrea. Ma è un grande talento”.

Ovviamente impossibile non parlare del nome: “Chi mi segue dall’inizio mi chiama Ron Artest, i più giovani mi chiamano Metta, in Cina tutti mi chiamavano Panda. Scegliete voi quello che preferite”. Sulla maglia c’è The Panda’s Friend: “I baby panda sono giocosi e lo mantengono anche da grande. Sono animali forti e territoriali, ma tranquilli e gioiosi. Rispecchia un po’ la mia carriera. E’ un animale perfetto secondo me”. Ed un nome italiano in futuro? “Non si sa mai. Ho già visto un paio di nomi che mi piacciono”.